In questo pezzo stupendo di Claudio Cerasa, io vedo le cause e gli effetti di uno dei modi in cui da tempo, e senza nessun pregiudizio nonostante la mia evidente parzialità nei confronti del Pd, giudico Matteo Renzi.
Cosa vuol dire essere considerati un leader ma non essere riusciti a costruire una rete organica, un team stabile e leale, o a mantenere dei rapporti duraturi? Che un leader in realtà non lo sei.
Che sei, più che altro, un fenomeno. Davvero il circo italiano del tardo berlusconismo dal finale tecnocratico non aspettava altro che una figura “rottamatrice”. Di una delle chiese più conservatrici del nostro paese, possibilmente: la sinistra italiana. Una volta trovata, i proprietari del circo vi hanno pasteggiato e vi pasteggiano insieme descrivendo anche gli atti più minuscoli ed insignificanti del personaggio Renzi, nominandolo, per loro, e tramite un hegeliano procedere da antitesi a sintesi, come la futura Tesi della politica italiana. Davvero il circo ne aveva bisogno, di qualcuno, di “buono” possibilmente, che sostituisse un Berlusconi moribondo anche nelle cronache.
Matteo ha tanti, tantissimi sostenitori. Tra questi anche gente con le palle, per davvero, che gli sta dietro da parecchio, e che, senza malizia, cerca di entrarne nelle grazie. Questi si fanno necessariamente esegeti del renzismo, credono di poterlo prevedere, di poterne essere parte integrante ad attiva. Ma proprio quando credono di aver colto l’organicità e la coerenza di un progetto -questa è la mia impressione- ne rimangono ciclicamente delusi. Perché il renzismo è un grande spettacolo, e i grandi spettacoli devono stupire, cambiare rotta rapidamente, mantenere l’attenzione su di loro fin quando non si esauriscono.
Io non lo se quest’uomo potrà davvero cambiare la sinistra, e in seguito la politica italiana. Credo però, fermamente, che senza una condivisione collettiva, partecipata, sentita di idee, percorsi e progetti attraverso un partito (che è quello che sta provando a fare Pippo Civati, motivo per cui lo sostengo da candidato segretario del Pd) -una “mobilitazione cognitiva”, direbbe Fabrizio Barca-, non si possa andare molto più lontano dello stare su tutti i canali, risultare primi in tutti i sondaggi, prendere tanti voti, vincere delle primarie o delle elezioni (hai detto niente a sinistra, ma non è abbastanza). Dimostrazione cristallina di tutto ciò è stato il ventennio appena passato, di cui almeno spero di non vedere mai più gli orrori culturali.
“Il problema – dice al Foglio un altro caro amico di Renzi – è che spesso Matteo non riesce a fare quello che dice da una vita. Il bravo capo, dice lui, è quello che mette attorno a se decine e decine di persone più brave di lui. Oggi attorno a Matteo ci sono persone molto brave che però sanno che per essere apprezzate non possono avere eccessive alzate d’ingegno e non devono mai esagerare con l’esposizione mediatica. E’ un limite del renzismo, se così si può dire, ed è per questo che, tranne rari casi, attorno a Matteo ci sono, più che grandi professionisti della politica, gli amici storici, le persone di cui si fida. Ed evidentemente questo non può bastare per conquistare il paese”.
E’ proprio in base al tuo ragionamento che io sostengo Renzi convintamente, perchè so che nemmeno lui da solo può farcela. Come credo che tu sappia bene, in base a quello che dici, che se non ce la fa lui, nessuno può farcela a cambiare il PD, la sinistra e l’Italia. Civati, per quanto bravo non ha la forza sufficiente. Per questo ho sempre pensato che il posto di Civati fosse con Renzi e mi dispiace che non sia così
Forse é il contrario. Il posto di Renzi, se vuole davvero cambiare qualcosa, é con Civati, molto più coraggioso di lui a intraprendere questa sfida.
Se pensi che Renzi possa ancora cambiare la sinistra italiana, pensa alle pressioni che subisce da tanti “poteri” e a quelli che lo applaudono ora in prima fila: non potrà proprio cambiare nulla.
Infine, mette Civati e Renzi sullo stesso piano: c’è una bella differenza, sia nella qualità che nelle posizioni politiche.
e fare un ragionamento di “forza” come se la forza non cambiasse o non presse cambiare é proprio triste.
ma ci siamo bevuti il cervello o meglio ti sei ti bevuto il cervello? che vuol dire se non ce la fa lui non ce la può fare nessuno?
Ma che livello di cultura umanistica e politica si può avere per parlare cosi? Uno con il microfono in mano che si aggira su un palcoscenico come uno Show man paranmdo da imbonitore senza un minimo di organicità e di proposta politica su cui discutere in concreto e’ quello che salva l’Italia?
Uno che da buon piazzista markettaro cambia continuamente la merce in base alla richiesta dei clienti (i cittadini) cambia l’Italia l’europa e il mondo?
Ma a che generazione appartieni per avere questo limite di visione e di pretese da chi deve rappresentarti!
Bene l’articolo..
Gli manca solo una di tirare una conclusione il resto lo condivido in pieno.
Conclusione che mi permetto di aggiungere : ossia la motivazione che spiega il perchè dei suoi continui cambi di rotta e di dire e contraddire.
Non lo trovi mai dove lo hai lasciato e sul sentiero sul quale lo avevi seguito : esatto!
Perchè? Perchè è incoerente nel suo è procedere?
Solo se si leggono con attenzione tutte le sue proposte politiche dette e contradette e le si osservano ponendo attenzione al momento preciso in cui le fa sue e al momento preciso in cui le rigetta, si riesce a trovare il filo rosso che lega e spiega tale indecifrabile incoerenza : questo filo rosso e l’ OPPORTUNISMO grande mezzo per realizzare una ambizione giusta, ma esclusivamente personale e non collettiva.
Ogni volta che non lo trovi più dove credevi di trovarlo e’ perchè quella proposta o progetto lo porta a perdere consensi! e fermerebbe la sua corsa.
Allora CAMBIA! indipendentemente da dove sia collocato il BENE del COLLETTIVO : il partito, i suoi elettori, l’Italia.
E’ di un opportunismo geniale : potrebbe avere una fulgida carriera – e non sto scherzando – come responsabile commerciale o marketing internazionale di grandi aziende che vogliono trovare e sfondare su nuovi mercati. Da rubarselo tra aziende.
Perchè lui capisce e fiuta l’aria di quello che vuole la gente nell’attimo stesso che e’ a livello di solo umore.
Ma un Politico non va dietro alla gente, non tratta i cittadini da clienti-consumatori.
Un politico fiuta i tempi ma CONDIZIONA i tempi e se occorre va CONTROCORRENTE per le sue idee.
E noi cittadini, noi elettori e iscritti PD VI DOMANDO possiamo fidarci di un grande venditore che cambia la merce al cambiar di vento ?
Siamo sicuri che ci darà quella merce che ci aveva promesso “PRIMA”?
Io dico che su questo al di la di tutto s’ha da riflettere.
Sulla non-conclusions: processo in atto.
Per il resto é chiaro che io tengo per un altro.