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Umilissimi consigli, a Civati e “civatiani”: affinché non sia tutto così scontato.

Siamo in corsa, no?
Uso la prima persona plurale perch ci sono anch’io. Perché credo che Pippo Civati sia l’unico candidato credibile per il posto di Segretario del Pd, già solo per il fatto che ci abbia pensato prima di tutto questo tran-tran. Prima delle primarie del 2012, prima di una campagna orrenda, prima della dèbacle storica e di quelle che ne sono susseguite, sempre più umilianti. Perché ha ben in testa come fare un partito partecipato, che non lasci nessuno né fuori né dietro, che coinvolga in decisioni e discussioni sin dalla famosissima “base”. Perché ha capito molto più di altri quali sono state le contraddizioni che ci hanno portato nella melma dove siamo: in un Partito che così com’è NON ci piace, in un governo che non è il nostro (dato che non è neanche quello di Letta, ipse dixit, lo possiamo dire no?). Perché, oltre alla testa, ci ha messo il cuore, dove pulsano ancora valori che saranno antichi, ma che non sono e non devono tramontare. Il mio sostegno a Civati è indiscusso, e sarò a Reggio Emilia per vedere “un pò” (AHHH! il gergo BERSANIANO!!) che si può fare.

Siamo in corsa, ed incominciano le guerre virtuali che abbiamo ben visto alle Primarie fra Bersani e Renzi: calunnie, infamie, colpi bassi d’ogni tipo, la fiera dell’insulto fra militanti, “fascistoidi” e “stalinisti” volanti da una parte all’altra dello schermo, come nelle pagine dei più “autorevoli” editoriali.
Sono bastate, per far partire la sarabanda, un’accelerazione del nostro affezionatissimo, la sparata domenicale del Renzi, l’ipotesi (MAMMAMIA!) Fassina, il Cuperlo sostenuto dai burocrati.

Ai “civatiani” consiglio:
Non scadiamo nella frenesia del clic o del post selvaggio, nella conflittualità estrema e sterile, nello sfregio libero dell’avversario (che sappiamo tutti chi è).
Non rinchiudiamoci, per carità, nell’autoreferenzialità della “sinistra d’ogni cosa”, che non scende a patti con nessuno, che non ammette sgarri al dogma.
Non reagiamo istericamente ad ogni sparata di “Matteo” (che angelo..): ne farà una o due a settimana, intensificando il ritmo arrivando al Congresso (questo sempre se si candida, eh.. che io non è che ne sia così sicuro) e cambiando idea un migliaio di volte. Lo fa apposta: è una tattica comunicativa stra-vincente, che stritola l’avversario nella replica-senza-controreplica, ed è esattamente la stessa che ha fatto perdere la sinistra contro Silvio per 20 anni.
Non dobbiamo scadere nel mollare etichette rassicuranti solo per noi: dando dei liberali (AHHH!! ORRORE!!) o neoliberisti (qui, sì, l’orrore viene per davvero) agli altri ci fregeremmo del fatto che “siamo quelli PIU’ di sinistra”. Andando poi a sbattere contro il solito muro, però.
“Civatiani” (ci sarebbe da discutere pure dei geni che c’hanno definito così, come dell’opportunità di accettare o no tale nomignolo: fa cagare), puntiamo sui nostri argomenti. Se dobbiamo attaccare, facciamolo controbattendo sui temi, smontando le tesi furbette degli altri. Dobbiamo sudare, studiare, essere originali in questa bella battaglia. Essendo leali con l’avversario anche se e quando loro non lo saranno con noi. Non ci facciamo dire, per carità, dal saputello di turno, che “la diatriba civatiani-renziani mi ricorda molto quella fra torinesi e milanesi: i primi presi dal confronto, i secondi non sanno che c’è”.
Scriverò poi, nei prossimi giorni, su quanto sarebbe auspicabile che un dialogo costruttivo fra Renzi e Civati ci fosse, e che disarmi tutti gli scemi che giocano su questo scontro per piazzare il solito burocrate. Cercherò di capire anche, con voi, perché questo dialogo ancora non c’è.

A Pippo umilmente consiglio:
Non poteva durare così a lungo il giochino dell’ignorarti dalla sfida congressuale. Stai facendo pesare la forza dei numeri, della sempre più larga partecipazione, della condivisione dei tuoi temi su blog (e non solo), che sono importanti e decisivi. Lascia stare chi giudica ridicoli i tuoi confronti con Di Battista e Scanzi (se mai ti hanno sfiorato): sono quelli abituati a guardare gli altri dall’alto in basso per chissà quale unzione divina.
Ma per non dare scuse a chi ti dà dell’inconsistente, del paroliere, del politicante e politicista (se lo sei tu, come definire gli altri?), come anche a chi maligna che ciò per cui ti stai battendo è praticamente inutile, dev’essere ben visibile una forma concreta del tuo progetto. Ed ai temi politici che lo devono sorreggere.
Il PARTITO, appunto: su quello ci dobbiamo concentrare. Diamogli una forma precisa, moderna, partecipata: so che sai come si fa. E’ fondamentale impostare un’alternatività al partito-comitato elettorale (perché QUELLO sarebbe) di Renzi, facendosi dare una mano dalla “mobilitazione cognitiva” di Barca, dai network di Soru, da strumenti partecipativi referendari come le Doparie di Calabretta. E così via.
So che faremo un bel salto di qualità fra meno di una settimana, a Reggio 😉
Centralità del partito dunque, ed una strategia comunicativa sempre più efficace: ormai é ora. Di non farsi più invitare in Tv come “esperto pontiere”, o “dissidente”, o qualsiasi cosa che sia diversa dal “candidato Segretario più sottovalutato del Congresso” (perché questa é la verità: ti, ci stanno sottovalutando. e forse é meglio così, visto e considerato quante ne sanno, questi illuminati della comunicazione).
Poi, un pizzico di strategia, senza scadere nel dalemismo (e giuro: qualche maldicente é riuscito a darti del “D’Alema dimezzato”): potrebbe forse servire decidere e dichiarare che con te le primarie per la premiership sarebbero garantite?

1 Comment so far

  1. un dialogo Civati-Renzi vi è già stato in passato. Non vedo quindi perché non potrebbe riproporsi.
    aggiungo, il dialogo dovrebbe essere Civati-Renzi-Serracchiani.
    sarebbe il miglior segnale di un partito nuovo.

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