Questo deve mettersi in testa il Partito Democratico di fronte alla proposta di Di Maio e co. di ricalcolare le pensioni dei parlamentari col metodo contributivo. Proposta che fu fatta ugualmente da Matteo Richetti due anni fa, con il Governo Renzi in carica e a referendum costituzionale non ancora perso. Quando il Pd era ancora martello, insomma.
A mio avviso, mettersi a fare ora la polemica su chi ha presentato prima lo stesso provvedimento, polemica che inevitabilmente porterà ad un ritardo incomprensibile – per i cittadini – nell’approvazione dello stesso, sarebbe l’ennesimo errore del Pd, che in quanto forza ancora al governo, è vista dalla maggioranza degli italiani non solo come l’ostacolo alle elezioni, ma anche come il partito che vuole regalare l’indennità ai parlamentari, che scatta il 15 settembre.
Di Maio e soci, da martello quale sono ora, otterrebbero di essere i primi firmatari del provvedimento, certo, al quale comunque Richetti e il Pd, che in questo momento recita la parte dell’incudine, possono sempre aggiungere il suo autografo. Per una volta, in ogni caso, potrebbe essere compiuto, un sacrosanto atto bipartisan. Cogliendo la chance di togliere ai pentastellati la scusa idiota del “Non ci approvano mai nulla, non ascoltano il popolo italiano!”. Insomma, ridursi ad incudine, a volte, farebbe proprio bene a tutti.