Che fosse tutto nelle mani di Dario Franceschini – ma bastava farsi due conti – qualcuno lo aveva già detto due giorni fa: https://m.facebook.com/story.php…
Se a Darione va bene il voto, ma soprattutto se il voto va bene ai suoi 90 (secondo Repubblica) e passa (dico io, aggiungendoci parecchi dei 50 “renziani”), allora può anche essere che il voto accada per davvero – dato che Mattarella difficilmente troverebbe un’altra maggioranza.
E a quel punto si andrebbe con qualsiasi legge elettorale la Consulta tirerà fuori il 24 gennaio, sia per la Camera che per il Senato.
Vi pare una follia? Sì, lo è, ma proviamo a pensarla politicamente.
1. Alla Camera, a prescindere che rimanga il ballottaggio o meno, vi sarà un premio di maggioranza. Quindi vi sarà un partito che dominerà quell’aula. Il Movimento Cinque Stelle? Probabile. Mettiamo che conquistino la maggioranza alla Camera dei Deputati, allora.
2. Al Senato si verificherebbe uno stallo, anche con i grillini in maggioranza relativa. A quel punto toccherebbe a loro doverla trovare, niente scuse. Chi sarebbe il più affine? Salvini? Una eventuale formazione di sinistra (che non si sa se entrerebbe, con la soglia)? Forza Italia? Di certo non il Partito Democratico, insomma.
Molto probabilmente, insomma, si verificherebbe una situazione in cui anche i grillini sarebbero costretti a cominciare una politica più evoluta, diversa da quella basata puramente sul consenso. E soprattutto, una politica ampiamente criticabile, a partire da chi sarà l’interlocutore scelto per formare la maggioranza.
E il Pd?
Non è escluso che il Pd possa anche vincerle, le prossime elezioni. Senza il ballottaggio alla Camera, soprattutto. Per poi andarsi a cercare la solita maggioranza di sempre in Senato (con pezzi di centrodestra), essendo difficile che una eventuale formazione di sinistra gli conceda il nullaosta.
Il candidato premier del Pd, se il voto si verificasse al più presto, sarebbe ancora Matteo Renzi. Il cui obiettivo dovrebbe essere almeno quello del 35%.
Tra il 30 e il 35, invece, il fiorentino si troverebbe probabilmente a fare opposizione: a mio avviso, non potrebbe che fargli bene. Una bella dose di umiltà, un ritorno graduale a contatto con l’Italia che è incazzata nera. Premesso che ne sia capace, vista la retorica usata negli ultimi mesi, e anche nella direzione di ieri..
E se invece Renzi finisse sotto al 30%, beh, avendo perso la seconda rischiosissima scommessa nel giro di tre mesi, allora avrebbe a casa una PlayStation che lo aspetta. In quel caso, a tempo indeterminato.
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