Ieri mattina ascolto il discorso finale di Renzi alla Leopolda.
Penso: tra alcune cose positive (ne dico una: la tensione – seppur disordinata, poco disciplinata – per cambiare gli equilibri in Europa), ce ne sono tante di pura propaganda (comprensibile) e, nel sottofondo, una violenza – non verbale, e non lessicale – che non mi convince, e non mi convincerà mai. Vabbe’
Poi, nelle ore successive, leggo del coretto “Fuori, Fuori” – inavvertibile nell’audio del discorso. Penso “mammamia che poracci”. Vabbe’
Stamattina mi sveglio, e leggo Bersani che scrive “il segretario dice fuori fuori”. Insomma, manco all’asilo, e qui la maestra si chiama Facebook. Una semplificazione estrema per capitalizzare su un prossimo congresso di partito, al quale non si candiderà. Fior di condivisioni sulle bacheche di chi continua a dire che col Pd non vuole proprio avere nulla a che fare. Vabbe’
Infine – vabbe’: ma non è che forse, tra la violenza renzista e il piagnisteo furbetto, la sola cosa chiara è solo una? E cioè che del Pd si parla troppo, troppissimo? E che questa Leopolda, invece, scontri a parte, di notizie non ne aveva mezza? Ma in tutti i sensi, eh. Sia per i fan che per gli instancabili oppositori, che a mio avviso non dovrebbero occuparsene. Insomma, the MASTERS OF SPIN.