Quella di Zalone che non va a Sanremo è una paraculata e un danno.
Paraculata perché potrebbe andare gratis. E invece sceglie di ingolosire il pubblico, di rendersi “prezioso”. Per fare più soldi dopo, con film, spettacoli, e via dicendo.
Vabbe’, ci può stare, si dirà: puro marketing e character building. Ma non mi venite a raccontare la storia del “senso civico”, di grazia.
Un danno perché, allo stesso tempo, contribuisce ad affermare il concetto che il personaggio di spettacolo, anche il più bravo e popolare di tutti, non vada pagato. O meglio, che se lo possano permettere solo dei privati che in cambio dovranno (giustamente!) guadagnarci.
Perché in fondo il ‘varietà’ è una cosa da poco, che non richiede preparazione, che fa ‘solo’ ridere: una specie di lusso, non un servizio pubblico.