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Il sondaggio, uno strumento di comunicazione

il TITOLOSTRILLO è “Syriza perde 20 punti nei sondaggi”.

La REALTÀ è: “Secondo l’indagine, svolta dall’agenzia ProRata per conto del quotidiano Efimerida ton Syntakton, alla domanda per chi intendono votare alle prossime elezioni gli intervistati hanno risposto in questo modo: Syriza 23%; Nea Demokratia 19,5%; Alba Dorata 6,5%; Comunisti 5%; Pasok 4,5%; To Potami 4%; Unità Popolare 3,5%; Centro 3%; Greci Indipendenti 2%” = 71%.

Ops, manca ben il 29% dei voti: a chi andranno mai? Ai puffi? Alla Merkel? Alla reincarnazione di Bacco? “Il 25,5% è ancora indeciso”. Quindi si conoscono le intenzioni (dichiarate) solo di quelli che un’intenzione ce l’hanno, cioé il 74,5% della popolazione.

Ahhhh, quindi al voto come andrebbe a finire in caso tutti gli indecisi non votassero? Basta ricalcolare le percentuali. Dividendole per 74,5% e moltiplicandole per 100, vengono circa: Syriza 30,9%; Nea Demokratia 26,2%; Alba Dorata 8,7%; Comunisti 6,7%; Pasok 6%; To Potami 5,4%; Unità Popolare 4,7%; Centro 4%; Greci Indipendenti 2,7%. Nessuno avrebbe i voti per far nulla da solo, e le alleanze da metter su parrebbero complicate.

Ma poi.. Tanti degli indecisi, che sono il primo partito, votano. E solitamente votano i due partiti più grandi, in questo caso Syriza ed ND. E c’è una campagna elettorale, da qui al 20 Settembre. Che in un paese come la Grecia, lo abbiamo visto a luglio, cambia le cose eccome.

Il sondaggio, o ciò che ne viene fatto, è uno strumento di comunicazione politica. Niente di nuovo.

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