Ci sarebbe da rispondere e discutere con tanti e tante, ma sapete che in fondo a me fare la guerra non piace. E soprattutto che è una gran perdita di tempo.
Solo che qualche domanda a Giulio Di Lorenzo, ad esempio, che ho conosciuto come ragazzo brillante che spero un giorno di poter reincontrare, gliela devo proprio fare quando scrive, molto preoccupato per eventuali scissioni del Pd: “Proprio perché la natura del Partito è quella della discussione, del confronto, del dialogo anche duro e aspro; il tutto possibilmente nelle sedi adeguate e non a mezzo stampa”.
E ancora: “Se ci sono tanti luoghi di discussione all’interno del partito, anche se questi sono diametralmente diversi oppure non del tutto compatibili tra loro, perché arrivare al “muro contro muro”? Perché alcuni dirigenti non capiscono che la discussione è importante?”.
Ora, avendo già scritto più volte, ad esempio, che reputo la dialettica manichea di Renzi veramente efficace e vincente, ma personalmente allo stesso tempo distruttiva, e che la giornata di sabato ne è un effetto palese (un milione di persone di sinistra di in Piazza San Giovanni e diecimila dentro la Leopolda -no, non è un confronto numerico-a fare e dire e pensare cose abbastanza diverse), chiedo a Giulio e a chi la pensa come lui:
Ma quando parlate dei luoghi di discussione e confronto vi riferite allo show gladiatorio in diretta streaming, annesso a votificio, che è diventata la Direzione del Partito Democratico, o alla sequela di interventi inascoltati che è diventata l’Assemblea? Oppure, ancora, vi riferite al Parlamento -luogo del discutere e del confrontarsi per eccellenza- (“tra il dire e il fare c’è di mezzo il Parlamento” CIT. Maria Elena Boschi.. In una repubblica parlamentare, pensa) strozzato da fiducie e controfiducie delle quali “stranamente” si lamenta più la minoranza del Pd che la cosiddetta “opposizione” di centrodestra?
E quando parlate di “critiche a mezzo stampa”, intendete dire che Segretario e affini, poiché rappresentativi della maggioranza del Partito, possono dichiarare di tutto, minacce di espulsione comprese, mentre la minoranza non può “stare sempre a litigare” (come ha detto meravigliosamente sempre la Boschi da Fazio domenica sera)?
Quando parlate di “muro contro muro” ti riferisci per caso a un fenomeno politico di notevole portata e successo che inizia con il termine “rottamazione” e finisce -anzi continua, legittimamente- con la parola “gufi”?
Qui la risposta di Giulio:
Inizio citandoti una splendida canzone degli Avion Travel e Paolo Conte, Sijmadicandhapajiee: “è gente per cui le arti stan nei musei.”
Traslandola al nostro discorso, davvero soltanto il luoghi prettamente politici possono essere un nido accogliente per la discussione?
Io credo -e spero- che ne esistano anche altri e dovunque, altrimenti siamo punto e a capo.
Le critiche a mezzo stampa ci possono stare e ci mancherebbe, vorrei anche vedere delle proposte; perché a dire che fa schifo qualcosa siamo bravi tutti, poi però quando ci si siede sulle seggiole bisognerebbe anche dimostrare di avere un’alternativa, fatta non soltanto di parole, possibilmente.altrimenti sembra sempre che le critiche siano figlie di un deficit di attenzione. Badate bene, le cose che si ricordano di più sono quelle che si fanno, almeno in politica.
Ah, non ho mai usato la parola gufi e non mi è mai piaciuto questo parallelo, gliel’ho detto -pensate, anche io critico il grande e sommo leader!- anche a Matteo, se proprio volete sapere il gossip spicciolo.
prosegue la mia inquietudine