Perché Renzi non ha detto nulla dopo la carica avvenuta ieri sui manifestanti sindacali dell’Ast di Terni da parte della Polizia di Stato?
Semplice: il Premier ha costruito su di sé un’immagine di uomo fattivo, finanche sbrigativo, avulso da discorsoni (non è la durata media dei suoi interventi che conta in questo caso, ma lo stile profondamente diverso da quello dei predecessori), amenità, prove intellettuali. Fateci caso, lo stesso abusato -tra i politici italiani, compreso un imbarazzante e imbarazzato Alfano quest’oggi- esercizio retorico della “solidarietà” non figura affatto tra i tool preferiti da Renzi.
E dunque: l’unico “fatto” che avrebbe messo ieri tutti a tacere sarebbe stato un’immediata cacciata a calci nel sedere del Ministro degli Interni Alfano. Ma poteva Renzi, per evidenti equilibri politici, mettere tutto ciò in atto? Assolutamente no, e questo è uno dei più grandi limiti di azione e insieme di comunicazione di cui il Premier deve tener conto in tutte le fasi del suo fare governativo. Dunque meglio far svaporare la tensione, facendo astutamente filtrare due agenzie riguardanti una presunta telefonata con Alfano, ed una presunta telefonata con Landini. E aspettare il giorno seguente: incontro con Landini, il vero protagonista della giornata di ieri, photo-op, video muto, cravatta rossa, situazione -se non risolta- sicuramente raffreddata.
Si chiama maestria comunicativa, crisis management, o più trivialmente “capacità d’arrangiarsi”: a seconda delle opinioni politiche può essere definita paraculaggine o genialità, ma il Premier ne è pieno e non si fa alcuno scrupolo ad utilizzarla.
Nicolò Scarano
@nicoloscarano
È stato abbastanza stupido essere incappati in tale situazione. Chiunque avrebbe capito che c’era un rischio casuale e/o provocato, non solo dalla parte dei manifestanti, ma da una saldatura di interessi che vuole che il governo chiuda.
Ne vedremo altre nei giorni futuri.