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A chi frega del complotto?

E’ di ormai tre giorni fa la “notizia” secondo cui la rovinosa (ma affatto definitiva) caduta politica di Berlusconi del 2011 fu la conseguenza di un sìddetto complotto. Ordito dai leader europei più influenti del tempo, Merkel e Sarkozy, con la complicità di Timothy Geithner (che in realtà, a quanto pare -si scopre leggendo uno stralcio del libro-, aveva deciso di non partecipare a quella dinamica).

L’affaire, è chiaro, è tutto tranne che una notizia: la progressiva antipatia -per non parlare dell’abitudine al dileggio- tra i leader europei nei confronti di Berlusconi e del suo governo era cosa nota e cristallina, come il paralizzante cortocircuito all’interno della compagine governativa. Berlusconi aveva addirittura ricevuto quella famosa lettera, nata dall’incontro tra il dimissionario e l’entrante capo della Banca Centrale Europea: può sembrare inusuale o destare scandalo, ma era inevitabile che anche Napolitano potesse esercitare pressioni sulla suddetta situazione politica.

Inutile ribadire che la nostra informazione è, particolarmente di questi “tempi feroci”, affetta da un mero e delirante sensazionalismo. Ma quello chiediamoci: a chi frega del complotto? O almeno, di quest’ultimo? A nessuno, assolutamente a nessuno. Tant’è che, se una volta -i “bei tempi” in cui Berlusconi faceva la parte del leone, non così lontani- il fatto avrebbe fatto discutere, e almeno infiammato le stanze reali e virtuali del dibattito mediatico, ora lascia freddi praticamente tutti.

E il complotto allora non è altro che una mossa elettorale, praticamente l’ultima piazzabile sul tavolo da parte dell’ex-pokerista di successo. Non è un caso che i primi a spingere sul fatto siano Panorama e Il Giornale, nel tardo pomeriggio del 13, e che Brunetta scriva subito a Napolitano. Dall’altra parte, il complotto è ormai un genere letterario, nella devastata produzione culturale e pseudogiornalistica italiana. E dunque, un’operazione principalmente commerciale.
A chi frega del complotto? Sicuramente ad uno come Alan Friedman, autore del discusso “Ammazziamo il gattopardo”: assicurato un altro turno di inviti in tutti i programmi Radio e Tv.

Nicolò Scarano
@nicoloscarano

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