Forse alla mia piccola audience, tra i due, sta sulle palle più Matteo Renzi.
Ma io quando sento Gianni Cuperlo e penso ad un partito guidato, oltre che dalle stesse (in)credibili facce, dalla stessa miopia nel guardare ad una società ormai cambiata, dagli stessi limitatissimi orizzonti ideologici, dagli stessi metodi intrisi d’opacità ed élitarismo, dalle stesse connivenze che hanno generato ogni tipo di subalternità (ed é quella culturale che a me fa più male ancor più di quella politica: se sei bravo dalle sconfitte risorgi, mentre uscire dai modelli egemonici -per citare Gramsci: perché sennò pare che lo conosca solo Gianni, appunto- é molto più difficile), mi viene un coccolone.
Mi rivolgo a quelli “di sinistra” che (legittimamente) pensano che Renzi non lo sia: lasciate stare Cuperlo e la sua “piattaforma” (che inevitabilmente comprende tutto ciò di cui sopra). Sono vecchi, e stanchi, sono sempre gli stessi. Sanno d’essere stati già condannati dalla storia e mandano avanti la loro faccia più presentabile, vestendola d’intellettualismo: ma non per vincere, non per proporre un metodo alternativo (d’altronde: perché, se ce l’avessero davvero, non l’hanno messo in pratica in quattro anni di segreteria Bersani?). Lo fanno semplicemente per sopravvivere, per contarsi, per occupare posizioni, per accordarsi sugli organigrammi del futuro prossimo, e lo fanno sfruttando le loro posizioni acquisite da assoluti insiders, oltre che una stampa al solito pigrissima che lo considera unico “baluardo” dinanzi al renzismo dilagante. Sono all’ultimo giro di corsa: non prendono mezzo voto fuori, non ne prenderanno neanche un altro in più nel recinto del partito.
Se siete “di sinistra”, lasciatelo stare Cuperlo. Votate Civati: siamo giovani, pieni di grandi idee, visionari, sulle ali dell’entusiasmo, e soprattutto credibili.
Cambiamo #PerDavvero, ecco.