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La #decadenza di #Berlusconi: comunque vada, finisce male

Poi: comunque vada a finire, oggi, questa faccenda della #decadenza, essa va a finire male, anzi malissimo. Non gioite, non é un giorno di festa: é il giorno del grande fallimento della politica, nel giorno della decadenza del più grande rappresentante del fallimento della politica. Un doppio triplo fallimento carpiato della politica, insomma.

Berlusconi andava “fatto fuori” (se vogliamo usare questa brutta espressione) prima di tutto a Febbraio. E invece nella nostra febbricitante e incurabile voglia d’inciucio (uso un “noi” di “sinistra”) siamo riusciti a “sbagliare un rigore a porta vuota” (cit. Walter Veltroni: uno che, ditegli ciò che volete, riuscì a portare uno schieramento devastato -quello del dopo Prodi- oltre il 40%).

Ma non fu l’unica possibilità, quella di Febbraio: a Marzo e ad Aprile Berlusconi, che pure aveva visto una grande rimonta alle elezioni, era assolutamente in minoranza nel “sentiment” politico: gli italiani non ne volevano più sapere, in buona sostanza.
Cosa siamo riusciti a fare, per quali inconfessabili interessi? Questo governo, quello delle larghe intese: l’ambiguità politica perfetta per resuscitare mostri.

E allora, quando una parte del Pd ancora lamenta e si incazza per quell’infausto 19 aprile in cui qualcuno ha impallinato non un personaggio importante, ma un futuro diverso, evitate, cari amici democratici, almeno voi, di darci dei barbosi -o peggio: degli strumentalizzatori-.

In ogni caso: oggi secondo me Berlusconi deve decadere. Ma, come dicevo sopra, non sono sicuro questo preluda a tempi migliori.

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