Venerdì pomeriggio, EUR Palasport, caldo. Mi aspettano Francesco e Paolo, aspettiamo Francesco.
Francesco 1 é un napoletano (o quasi :P) verace, piccolo imprenditore mai fermo, entusiasta quasi iperattivo. Discorsi non banali su politica industriale, mercato del lavoro, merito e competenze. Uno smaliziato, che stranamente crede si possa ancora cambiare.
Paolo é un neofita della politica partitica, un genuino che si chiede “perché tanto male, perché tanto egoismo?”. Un tecnico informatico, esperto in sistemi, server, un “consapevole del suo status di geek (:D). Anche lui crede si possa, e sia il momento di, cambiare.
Arriva Francesco 2 e si parte. La strada scorre, l’Italia é stupenda. E ci chiediamo perché trattarla così.
Francesco 2 studia alla LUISS, rivendica con orgoglio il suo “non aver mai chiesto nulla a nessuno”. Viene dalla Sicilia, “terra particolare”. Ci racconta cosa vuol dire “corrente”, come funziona e perché é un veleno da espellere. Ci illustra con competenza communicative skills, tecniche di speaking, ci spiega cos’é un elevator pitch. Non si può che andare a finire a parlare di start-up, di quanto sia fondamentale innovare. Ma sopratutto darne, a chi vuole, la possibilità di farlo.
La domanda “e tu, che vuoi fare, da grande?”, mi spiazza.
Ma la “nostra proposta” é trasversale, non c’é dubbio, parla di un partito in cui tutti, ma proprio tutti, possono mettere bocca, proporre, portare le loro esperienze, condividere le loro proposte.