Facciamo anche qui il giochino lezioso del CHE SUCCEDE SE. È un divertissement, sia chiaro, non prendetevela a male. Ok? Ed è un pochino Renzicentrico, per ovvie ragioni.
SE VINCE IL SÌ
Renzi rimane al governo tenendo per le palle il Parlamento e al massimo chiederà a Mattarella di andare a votare quando ricomincerà a traballare la maggioranza, quindi a novembre/dicembre 2017, tra un anno. Situazione perlopiù simile a questa, col Pd corroborato da un po’ di boost che dovrà fare attenzione a conservare. Sarà lì che il già consumato premier tirerà finalmente fuori il suo “vero programma”.
SE VINCE IL NO DI POCO
Renzi si dimette chiedendo scusa, imparando dalla sconfitta, facendo un bellissimo discorso e così via. Solo che a quel punto.. Potrebbe dimettersi, temporaneamente, anche da Segretario del Pd. Perché di sicuro – furbacchione – non vorrà dare il suo Sì a un governo del Presidente, a un governo tecnico, a “un altro governicchio” (come se questo, in gran parte, non lo fosse) ecc. ecc. ecc..
Nel Pd è il ‘liberi tutti’ retto da un reggente a caso, il centrodestra si ridefinisce con modalità a me oscure, nel M5S decide Grillo anzi Casaleggio. La sinistra.. Boh.
Poi lo stesso Renzi, scommettendo sul disastro postumo alla sua dipartita, si ricandida al Congresso del Pd dell’autunno 2017, con una piattaforma parecchio più radicale (che non vuol dire di sinistra, sia chiaro). L’irresponsabilità di aver lasciato tutto in mano a chissà chi dopo il referendum, per quel tempo, sarà già stata dimenticata. E non vedo fenomeni, nel Pd, in grado di costituire un’alternativa: magari mi sbaglio.
Si rivota a primavera del 2018.
SE VINCE IL NO DI TANTO
Potrebbe davvero finire una volta per tutte il renzismo (Di già!?).
Anche lì, “Governo del Presidente” fino a primavera 2018 con compagini che.. Booh, chissà come si evolvono.
Cioè.. Il centrodestra e il M5S fanno come sopra, ma il centrosinistra e la sinistra?.. Nel Pd, probabile reggente che porti sino al Congresso del 2017, di cui ignoro gli eventuali protagonisti.
Che dite?