Si può fare peggio del Pd e della sua vecchia guardia.
Ci è riuscito la vecchia guardia del Labour, refrattaria ai tempi che cambiano. Che nel giro di un mese e mezzo ha:
- messo “in mora” un leader di partito eletto 9 mesi prima col 60% dei voti al congresso – motivato il tutto (impegnando 172 parlamentari con una base in fiamme) con una indimostrabile ineleggibilità, e con un’ampiamente discutibile accusa di “scarso impegno” per il Remain al referendum sulla UE (i 2/3 degli elettori Labour hanno votato Remain)
- provato in tutti i modi ad escludere burocraticamente il leader di cui sopra dalla competizione per eleggerne uno nuovo, fallendo miseramente e dimostrando allo stesso tempo di averne una paura fottuta
L’unico colpo di mano che sembrava essergli riuscito era:
- escludere dal voto di cui sopra 130.000 persone che, ignare del futuro tentativo di scalzare il leader in carica, si erano iscritte al Labour dopo il 12 gennaio del 2016. Come? Obbligandole a pagare 25£, con l’applicazione di un inedito principio retroattivo avulso ad ogni diritto contrattuale. Il tutto nel paese del liberalismo, eh
Ovviamente oggi l’Alta Corte inglese ha annullato questa assurdità, nel pieno rispetto dei “terms and conditions” firmati dai neo-membri al Labour al momento dell’iscrizione. Il Labour Party verrà con tutta probabilità anche obbligato a restitutire 25£ ad ognuno dei tanti, tantissimi registered supporters che avevano pagato per votare (e c’è chi si lamenta dei 2€ alle primarie apertissime del Pd) Ora, ditemi voi. Eppure è politica anche questa, dicono