L’argomento del “leader democraticamente eletto” come quasi-scusante, come ‘palliativo’ (EEHHH PERÒ HA VINTO!) per Erdogan e la Turchia, non ha alcun senso.
Democrazia senza diritto & diritti, democrazia senza libera formazione & informazione, democrazia senza regola & tutela della minoranza, democrazia senza stato “liberale” insomma, means nothing. È “dittatura della maggioranza”, peggio dello stato assolutista.
Checks and balances. È su questi che si reggono le scarse chance di sopravvivenza della democrazia, in “tempi interessanti” (vero, Davide Astolfi?). Democrazia che però deve anche imparare a decidere e attuare, radicalmente e rapidamente (vero, Lorenzo Castellani?).
Ne staremmo parlando, come sempre in maniera sincopata, disordinata e “tifata”, anche per ciò che voteremo a novembre. Magari in questi giorni qualcuno si è fatto un’ideuzza di cos’è davvero uno stato autoritario con tendenza alla teofasciocrazia. Magari ci si ferma un attimo, a capire.