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Affittopoli si celebra ogni febbraio

Screenshot 2016-02-06 at 10.40.32Si chiama hanami la tradizionale festa giapponese che si ripete ogni anno in occasione della fioritura dei ciliegi. In quel periodo si può godere della vista e del profumo degli alberelli ricchi di delicati fiori bianchi, detti sakura: uno spettacolo meraviglioso. La celebrazione dell’hanami non ha una data precisa, ma arriva intorno ai primi giorni di aprile, come a voler definitivamente inaugurare la primavera. Ebbene, anche i giornali italiani hanno da almeno un paio d’anni una loro hanami, una festa di indignazione comandata per ogni inizio di febbraio. Affittopoli.

Nel febbraio 2014 impazza la notizia che la Corte dei Conti ha aperto un’indagine sulle case degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza di epoca fascista, chiedendo ai super indebitati proprietari di oltre mille appartamenti i libri contabili e gli elenchi degli immobili. Un anno dopo, nel febbraio 2015, si scopre invece non solo che il Comune di Roma è proprietario di 571 immobili con affitti bloccati da 15 anni, ma che questi sono soggetti a un’evasione annua di 8 milioni l’anno, nonostante i canoni ridicoli. Marino “mette la task force” e il caso svanisce in pochi giorni. Ed eccoci arrivati al febbraio 2016: le case pare siano diventate ben novemila, tutte occupate da abusivi che pagano una quota – il più delle volte misera – per evitare lo sfratto. Altra task force, questa volta del commissario Tronca, con tanto di polemicuccia dell’ex-sindaco e campagna elettorale sullo sfondo. Se poi usciamo dalle mura aureliane e andiamo al 2011 – sempre in febbraio -, ecco un’altra Affittopoli, stavolta a Milano.

Laddove l’hanami si verifica in quel preciso periodo dell’anno per motivi esclusivamente naturali, lo ‘scandalo comandato’ degli affitti sembra coincidere sempre di questi tempi non per spirito carnevalesco, quanto piuttosto per mere tecnicalità amministrative. Entro il 31 gennaio, infatti, ogni Comune deve approvare il consuntivo del bilancio dell’anno passato, ed è proprio in questi giorni, in consueto ritardo, che gli uffici tecnici stanno “facendo i conti”, cioé il riaccertamento dei residui attivi e passivi. Da cui spuntano magagne di ogni tipo, affitti compresi: e via che riparte, come ogni anno, il fenomeno mediatico.

Ora, l’indignazione è più che giustificata, ed è normale che, venuto fuori lo scempio, vi siano paginate dedicate. Come si suol dire, la magistratura – o chi per lei – farà il suo corso. Ma raccontare lo scandalo e indignarsi a scadenze fisse è solo la prima parte del lavoro che i giornalisti devono fare. Invece pare che i nostri watchdog, finito l’effetto talk show, preferiscano “posare la penna” fino al febbraio dell’anno successivo. “Passàta a festa, passòt’u sàntu”, insomma, e nessuno si preoccupa di andare a controllare – a distanza di qualche settimana o mese – che cosa è stato fatto e cosa no. Se quegli scandalosi affitti a prezzo stracciato resistono, o se sono stati finalmente normalizzati. Teoricamente, il compito dei media è proprio assicurarsi che ciò avvenga. Vi faremo sapere per Pasqua, quella sì che è una vera festa comandata.

Articolo pubblicato su L’Unità del 06.02.2016

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