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La guerra e l’Occidente diviso

L’Occidente ancora drammaticamente diviso.

Ma chi si è “diviso” prima, in maniera netta, con una accelerazione spaventosa – seppur comprensibilissima, issando la bandiera, costringendo gli altri a risposte non condivise e, pertanto, non accomunate da alcuna possibile linea, né coerente né uniforme?

Hollande vuole trascinare l’Europa – in primis l’Europa, piuttosto che la Nato – alla guerra, con una decisione unilaterale a cui dire NO, ASPETTA sembra codardia: un atteggiamento scorretto, anche se – ripeto – comprensibile.

Ma in guerra contro chi, cosa, dove, e a difesa di cos’altro? Nostra? L’unica difesa possibile, da profano, mi pare uno sforzo di intelligence comune e comunitario – come chiesto da Verhofstadt, il controllo ferreo sui movimenti delle armi – soprattutto – e degli uomini.

Il bombardamento indiscriminato di ‘non si capisce bene cosa’ potrebbe non scoraggiare i “lupi” che abbiamo già in casa, semmai fomentarli ulteriormente. OPPURE – come suggerisce Il Foglio – si tratta davvero di mettere i “boots on the ground”, ma tutti insieme e preparando l’opinione pubblica a un conflitto stile Vietnam – ma anche Iraq o Afghanistan – e a un dopo ancora peggiore, con perdite indefinite e imprevedibili: l’Europa è nella condizione politica di fare ciò? Non mi pare.

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