Dunque, ragazzi, ci affanniamo giustamente a parlare d’Europa, ci ricordiamo che facciamo parte di un mai così nebuloso “Occidente”, abusiamo di questo “noi” che non si capisce bene chi e cosa includa.
Poi #jesuischarlie, la bandiera greca in faccia a luglio, quella francese. Nous sommes tous francais.. Oggi. Magari anche per un’altra settimana, un mese. Poi di corsa a casa, ad imporci piccoli (non nella misura) egoismi nazionali, a sbattere le porte, a ‘fare i conti’, a covar dentro un perpetuo “cazzi loro”.
Io non metto la bandiera francese, come non misi quella greca, perché credo che il primo sia un problema del cosiddetto Occidente, e che il secondo fosse un problema della cosiddetta Europa.
E sono solo due esempi, anche se a mio avviso legati. Che spiegano l’uno cosa siamo diventati, l’altro cosa non siamo capaci di capire e dunque di affrontare, anche con forza.
Non sono greco, non sono francese, né tantomeno Charlie – un giornaletto che mi fa schifo, e credo che una maschera contingenziale serva solo a ribadire una distanza. Altro che unità.