Ho pensato un po’ dopo la rabbia, la delusione, lo sconforto di stamattina. Misto a un sollievo strano, anche, forse. Un senso di indeterminatezza che lasciava spazio solo ad argomentazioni contingenziali. Ho pensato un po’, e indovinate: il gioco è non smettere mai di credere che il mondo si possa cambiare. Ho visto Tsipras al Tg: provato, distrutto, appesantito. Non ha raccontato balle: quelle su cui ha firmato sono “riforme regressive” e svendite umilianti. Non ha parlato di “binari giusti” o cazzate simili, da governante imboccato: ha detto la verità, ha detto che lo ha fatto per la “stabilità finanziaria”, e che spera di poter poi utilizzare quei 25 miliardi per degli investimenti strategici. Sarebbe fondamentale che Syriza si spaccasse il meno possibile, che riuscisse a “governare” (virgolette d’obbligo per qualche anno) senza snaturarsi troppo, che l’eurozona non perdesse l’unico leader di sinistra con le palle (e perdonatemi ‘sto “pallismo” una volta tanto) mai visto sinora. Servirà un costruttore di ponti quando si dovrà fronteggiare chi sa solo ereggere muri di paura. Buona notte.
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