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Scalfari e Francesco: le Messe smentite e il mistero delle virgolette

Oggi è una domenica neanche troppo calda del mese di Luglio, Anno Domini 2014. Oggi, come tutte le domeniche da parecchi anni a questa parte, Eugenio Scalfari tiene la sua Messa domenicale. Oggi la Messa domenicale è però una Messa “speciale”, come possono essere speciali solo le Messe di Natale e Pasqua. La sola differenza è che mentre le Messe di Natale e Pasqua in qualche modo te le aspetti, (se ci credi) te le prepari, la Messa domenicale “speciale” di Scalfari arriva sempre un po’ a sorpresa. Il fatto che la sorpresa, da Marzo del 2013, sia poi sempre la stessa, cambia poco: oggi il Fondatore “intervista” l’ex-cardinal Bergoglio, meglio noto come Papa Francesco.

In seguito all’amorevole approccio epistolare del settembre 2013, il primo incontro tra il Papa e il Fondatore viene riportato nella Messa di domenica 1 ottobre. I temi principali sono la Chiesa, la Curia e la loro riforma: tra i virgolettati più forti riportati da Scalfari, si ricordano quelli che definiscono la “corte papale” -la cosidetta “intendenza”- come la “lebbra della Chiesa”. E ancora, in risposta all’ironia del Fondatore, questo:

Anch’io quando incontro un clericale divento anticlericale di botto.

DI BOTTO, dice proprio così. O almeno, così fa credere Scalfari a chi partecipa alla Messa di quella domenica, che dopo le prime battute diviene lunghissima, trascendente, finanche filosofica.
Ovviamente l’intervista non può non far discutere, per l’ampiezza dei temi discussi ma soprattutto per la forza di alcuni virgolettati come quelli sopracitati: eppure, dopo ben un mese e mezzo, Padre Federico Lombardi, responsabile stampa del Vaticano, fa rimuovere l’intervista dal sito ufficiale dello Stato Pontificio:

L’intervista è attendibile in senso generale, ma non nelle  singole valutazioni: per questo si è ritenuto di non farne un testo consultabile sul sito della Santa Sede. In sostanza, togliendola si è fatta una messa a punto della natura di quel testo. C’era qualche equivoco e dibattito sul suo valore.

Il problema principale sembra essere il racconto del presunto momento mistico di Bergoglio prima di accettare la nomina a Pontefice: ci perdonerà Padre Lombardi, ma è stato difficile credere a quella tarda e superficiale smentita.

Oggi, 13 luglio, la storia in qualche modo si ripete. E’ il titolo stesso, sulla prima pagina di Repubblica, ad essere fortissimo: “Come Gesù userò il bastone contro i preti pedofili (dice il Papa)”. Più che nel presunto colloquio di Ottobre, Scalfari narra tutto il suo rapporto personale col Papa: il fatto che sia quest’ultimo a richiedere fortemente di conversare col Fondatore, l'”affettuosa amicizia” sentita e chissà se ricambiata, i colloqui nella stanzetta del convento di Santa Marta. Tutto piuttosto commovente.
L’omelia -trattandosi di una Messa- della domenica si sposa bene con la cronaca nera estiva, e con la tendenza scalfariana al portare il Papa sullo scabroso: si parla di pedofilia all’interno degli ordini religiosi, che Francesco -dice- punirà a dovere. Il passaggio che fa più discutere è però questo:

1Un fenomeno molto diffuso?
“Molti miei collaboratori che lottano con me mi rassicurano con dati attendibili che valutano la pedofilia dentro la Chiesa al livello del due per cento. Questo dato dovrebbe tranquillizzarmi ma debbo dirle che non mi tranquillizza affatto. Lo reputo anzi gravissimo. Il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali. E altri, ancor più numerosi, sanno ma tacciono, puniscono ma senza dirne il motivo. Io trovo questo stato di cose insostenibile ed è mia intenzione affrontarlo con la severità che richiede.

Il Papa -che non disdegna un accenno volante e un po’ improvvisato sulla droga (??)- parla addirittura di una percentuale di pedofili all’interno della Chiesa, il 2% di “sacerdoti e perfino vescovi e cardinali”. Il passaggio, stranamente, come potete vedere, è aperto da virgolette, ma non chiuso allo stesso modo. Un errore del tipografo? Probabilmente.
Purtroppo non facciamo in tempo a capire con quale metodo la percentuale del 2% sia stata calcolata che questa rimbalza su media internazionali come la BBC. Che riporta così, e le virgolette le chiude tutte, all’inizio e alla fine:

“Among the 2% who are paedophiles are priests, bishops and cardinals. Others, more numerous, know but keep quiet. They punish without giving the reason,” Pope Francis was quoted as saying.

Il resoconto dell’incontro avanza tra digressioni sulla libera coscienza e didascalie sulle mafie, che uno Scalfari didattico fa pronunciare anche al Papa argentino. Alla fine della Messa, tra un abbraccio e un augurio, il Fondatore ricorda di fare la seconda domandona ad effetto, sul celibato, e Bergoglio risponde così:

2“Forse lei non sa che il celibato fu stabilito nel X secolo, cioè 900 anni dopo la morte di nostro Signore. La Chiesa cattolica orientale ha facoltà fin d’ora che i suoi presbiteri si sposino. Il problema certamente esiste ma non è di grande entità. Ci vuole tempo ma le soluzioni ci sono e le troverò.

Che strano, lo stesso errore di prima: la risposta apre con le virgolette, ma chiude senza. Un altro refuso tipografico? Andiamo in pace.

Padre Lombardi -di nuovo, dopo mesi- dichiara che il pezzo è in generale attribuibile al pensiero del Papa, ma che i virgolettati non possono essere chiaramente riportati a battute realmente pronunciate dal suddetto. Ma nota anche quello che noi stesso abbiamo visto sul cartaceo di Repubblica:

Nell’articolo pubblicato su Repubblica queste due affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma – curiosamente – le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura…Dimenticanza o esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i lettori ingenui?

Le virgolette in questione non mancano solo sul cartaceo, ma anche sulla versione online della Messa: questo fa pensare, e vuol dire che effettivamente la questione delle virgolette non è un refuso, ma una ben precisa scelta, al limite del messaggio subliminale.

Data la -come al solito- blanda e parziale smentita del Responsabile Stampa vaticano, le ipotesi ragionevoli sono due, di cui una piacevolmente romanzesca:
– Scalfari, per paura di essere ripreso più duramente dagli organi del Vaticano e di fare sgarbo all’amico Papa, decide autonomamente di non chiudere con le virgolette le più forti tra le presunte risposte di Francesco;
– Scalfari e Bergoglio escogitano un sistema del genere: non chiudere tra virgolette le risposte incriminate, provocare la smentita di Lombardi, far credere a tutti che quelle battute, in quella forma, non siano mai state pronunciate, lanciare così dei messaggi forti e discutibili lasciando la “croce” sulle spalle di un Fondatore mai tanto aperto a una cristianità in rivoluzione e che -se così fosse- starebbe davvero sparando gli ultimi colpi da maestro (chi scrive, si sappia, mal sopporta le prediche del vegliardo editorialista).

Fantagiornalismo? O meglio, fantareligione? Chissà.
Ma non è la prima volta che si discute di un colloquio ambiguo tra Bergoglio e Scalfari, e non è escluso che questi siano davvero utilizzati dal Papa nel senso prima descritto, fuori dagli schemi di una Curia sempre costretta a riprendere, correggere, inseguire, smentire con crescente debolezza. Che dire, aspettiamo solo la prossima “speciale” Messa, ne sapremo di più.
Amen, con buona pace delle virgolette.

Nicolò Scarano
@nicoloscarano

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