Un pizzico fuori tempo, forse quello giusto per proporre una nota ed una riflessione sul caso nato dopo la processione della Madonna di Oppido Mamertina, paese della provincia di Reggio Calabria.
Nelle ore immediatamente successive al rito religioso, sulla rete, e successivamente sui media più classici, ha spopolato, é diventato virale, il video che ritrae la processione fermarsi dinanzi la casa del boss locale, e la statua della Madonna fatta inchinare proprio per l’occasione.
Più testimonianze hanno in realtà fatto presente che il “rito nel rito”, quello dell’inchino davanti alla casa del boss, sia tutto tranne che una notizia: é una scena che si consuma regolarmente da decenni. E com’è allora possibile che una non-notizia come questa abbia fatto tanto scalpore?
Ebbene, é uno dei classici casi in cui la non-notizia soverchia la notizia vera e propria. Notizia vera e propria che si configura nel fatto che le forze dell’ordine scortanti la processione, di solito compiacenti o quantomeno indifferenti di fronte al galeotto inchino, quest’anno abbiano deciso di abbandonare il rito a sé stesso.
Glissando sul prevedibile corredo di calembour mediatici che hanno accompagnato la faccenda (il reporter del Fatto Quotidiano maledetto dal parroco e cacciato dai fedeli davanti alla chiesa, o il collettivo chiedersi se la reazione delle forze dell’ordine fosse in qualche modo un ennesimo merito di Papa Francesco -che aveva scomunicato gli ‘ndranghetisti in pubblico pochi giorni prima, a -), la solita sensazionalizzazione della non-notizia a discapito della notizia può solo essere spiegata con una tremenda e dichiarata difficoltà del nostro giornalismo a raccontarci puntualmente realtà ancora troppo oscure e proprio per questo difficili da combattere: ‘ndrangheta, camorra, e una mafia che si evolve molto più velocemente ed efficacemente di qualsiasi burocrazia e di tanta impresa.
Nicolò Scarano
@nicoloscarano