Ferrari Nasi & Associati compie un sondaggio per conto di Libero “sullo spazio politico”. Rivolge agli intervistati una semplice domanda: “Lei si sente di destra, centro o sinistra; su una scala da 1 a 10 dove 1 è il massimo della sinistra e 10 il massimo della destra?”. Poi lega il valore espresso dall’intervistato al “partito di riferimento”.
Sorpresa: gli elettori del Partito Democratico consultati si sentono più di centrosinistra di un anno fa (la media dei valori forniti passa da 3,9 a 3,3). Nonostante Renzi, comunemente avvertito come l’uomo che doveva pescare a destra e al centro, che doveva modificare la natura intrinseca della sinistra italiana, che doveva “centrizzarla”.
E’ doveroso chiedersi perché, ma una risposta già c’è: la gran parte degli elettori del Pd, in questa fase, con l’avvento di un leader obiettivamente dotato di consenso nel paese con pochi precedenti, e probabilmente anche grazie ad una – seppur difficile – permanenza al governo a cui sono storicamente pochissimo abituati, si sentono per la prima volta parte di un partito che allo stesso tempo costituisce anche IL progetto stesso di centrosinistra, invece che “soltanto” il maggior partito del centrosinistra.
Concorre a questa sensazione crescente una sinistra “extra-democratica” in progressiva emarginazione: l’anno scorso Rivoluzione Civile e Sel valevano insieme il 5,5%, mentre oggi L’Altra Europa con Tsipras rischia di non superare il quorum del 4% necessario ad accedere agli scranni di Bruxelles.
Nicolò Scarano
@nicoloscarano