L’Italicum é una legge demototalitaria, forzatamente semplificatoria di ciò che semplice non é.
Senza rispetto delle minoranze, uccide realtà politiche anche potenzialmente grosse (8%!!), e punta a fare lo stesso, nel tempo, della terza delle forze più grosse (il M5S, colpevole di non aver voluto influire, come al solito -purtroppo, aggiungo io-).
Non risolve la questione principale, quella della credibilità degli eletti, in quanto non stabilisce un rapporto realmente diretto tra questi e gli elettori, con le liste bloccate (mini o maxi purtroppo fa poca differenza, chi entra lo decide il capo a destra, primarie più o meno partecipate, trasparenti e significative a sinistra e tra gli stellati) e -soprattutto- un’oscena ripartizione nazionale.
Forse garantisce governo, l’unico lato realmente positivo: ma di che forza? Abbiamo visto governi col 60% dei seggi sciogliersi al sole, anche con un consenso nel paese sicuramente maggiore di quello che avrebbe un governo eletto col 35% dei voti, la soglia -bassissima- voluta da un Berlusconi al tramonto per giocarsi il tutto per tutto alle sue prossime e presumibilmente ultime elezioni.
Tuttavia, rimanendo questo impianto, la legge potrebbe diventare accettabile con alcune correzioni:
– dal 35% al 40% di soglia per il premio (se proprio serve, questo premio: un doppio turno e basta a questo punto no?)
– 5% di soglia per entrare un Parlamento. Uguale per coalizzati e non coalizzati. Perché? 1) perché una forza votata da almeno (con affluenza bassa) 1 milione e mezzo di elettori NON può non essere rappresentata, mandando a morire qualsiasi mobilità politica per eventuali outsider. 2) perché é assurda la discriminazione tra chi si coalizza e no: si continuerebbe ad affiliarsi solo per convenienza, si costruirebbero pastrocchi elettorali in stile Rivoluzione Civile o Scelta Civica che bisticciano e muoiono il giorno dopo. E -permettetemi questa naiveté- perché é assurdo che chi fa bandwagoning, andando sempre in soccorso del più forte spesso solo per la necessità di sopravvivenza, sia anche premiato per questa inservibilità politica: se vogliamo coalizioni omogenee e possibilmente capaci di governare, allora facciamo in modo lo siano per davvero, senza forzare nulla.
– collegi uninominali, o -perché no?- BInominali, con alternanza di genere: le liste bloccate sono un’assurdità, sapete tutto perché, e le preferenze inaugurerebbero una volta per tutte il mercato delle vacche, di questi tempi la guerra tra poveri.
“Non ti accontenti mai, Scarano”: é vero. L’attivismo di Renzi non mi fa schifo, no, ma tra attivismo e decisionismo che non offre né alternative né la possibilità di una discussione c’è enorme differenza. Ed é anche per questo che avrei chiesto di votare contro ieri se fossi in Direzione.
Apprezzo e condivido l’idea di fondo delle proposte che segnali per correggere -migliorandolo- l’Italicum. Non mi è però chiaro come possano coesistere, in particolare, un impianto proporzionale e i collegi uninominali: questi ultimi, infatti, non porterebbero a un sistema maggioritario per cui in ogni collegio vince -semplicemente- chi prende più voti (in uno o, alla francese, due turni)?
Hai ragione, dovrei specificare che con gli uninominali devi annullare proporzionale e dunque anche premio.
Sono due direzioni entrambe valide, comunque. Aggiungerei anche la ripartizione dei seggi su base locale per accentuare il legame rappresentati-rappresentanti, come mi risulta essere in Spagna.