Se vi prendete troppo sul serio e avete dimenticato la parola “fantasia”, leggete altro.
In questo convulso periodo della mia vita parlo con tante persone.
Se la maggior parte delle volte mi capita di farlo con quelle che nutrono gli stessi interessi, a volte non è esattamente così. E allora si fa più fatica.
E’ difficile ad esempio spiegare per cosa ti stai sbattendo in questi ultimi mesi e fino alla fine di quest’anno. Se gli parli di congresso, partito, linea politica, mozioni non interessa. E probabilmente è giusto così.
E allora rischia di morire, il tutto, o di prendere strade molto più impervie.
Questa Italia -e mi limito all’Italia- e piena zeppa di senza-fiducia, ci sono realmente MILIONI di persone senza alcun tipo di fiducia verso le istituzioni in primis, verso la politica, o verso -più vagamente- la possibilità di un “cambiamento delle cose”.
Oggi ho parlato con un caro amico, che conosco ormai da 10 anni. Una persona in gambissima, capace di cose grandiose, dotato di uno spirito realmente dedito al sociale.
Mi ha parlato di troppe delusioni, di una quasi incapacità di farsi rappresentare,
Di una mancanza di visione, di una ritirata implacabile della sua natura politica. Mi ha detto che di informarsi non ha neanche voglia, “perché tanto non cambia niente”.
Il senza-fiducia vede il mondo come predeterminato, senza via d’uscita da ciò che è, e da ciò che, chissà dove, per il mondo viene deciso (non è complottismo, cari snob, è pensiero comune).
A prescindere da come lo immaginiate (io anarchicamente penso che siano “solo” intricatissime e globali “convergenze di interessi” a guidare il mondo, non qualcuno che decide qualcosa in una determinata stanza del mondo occidentale), l’immaginario collettivo ha ben presente, in sé, quel pachiderma ontologico e funzionalista chiamato “Sistema”.
Lo tira fuori quando può, ne fa uso se qualcosa non si può spiegare, se qualcosa va sempre e comunque nello stesso modo e non si può cambiare.
Il “Sistema” è ciò che non si può cambiare, ripeto appunto, è ciò che è già deciso e così e per sempre e in ogni caso funzionerà.
“E’ un Sistema che non si può cambiare. è un Sistema, e NON SI PUO’ cambiare”, pronuncia il mio amico. Neanche troppo addolorato, semplicemente rassegnato.
E’ uno schema pauroso da cui dobbiamo assolutamente uscire.
E’ quello che ha condannato e condanna le “sinistre” (e dentro vi infilo chiunque voglia cambiare radicalmente l’esistente) ad arrendersi alla Paura e alla non-alternativa (la cui summa espressiva ricade in 2 paroline: TUTTI e UGUALI).
Ho spiegato al mio amico, ho cercato di spiegare, che così non può funzionare.
Che non si può perdere una battaglia mai lottata, che proprio come dice lui non è.
Se c’è un Sistema, esso avrà una parete, una superficie (che magari e sicuramente ne è la parte più “bella”). Se c’è una superficie, essa si potrà crepare.
E se quelle crepe le riempiamo noi, non verranno riparate.
E magari prima o poi la parete crolla.
Ma una CREPA nel Sistema come si fa?
Serve sinergia, una mobilitazione comune.
Anche di soli 10 minuti, o di una giornata.
In cui tante persone, insieme, vogliono una stessa cosa, con la stessa intensità.
Ho pensato che queste persone potrebbero proprio essere loro, i senza-fiducia.
Milioni di senza-fiducia che un bel giorno si svegliano e credono in qualcosa, magari ad una sola, e fanno un gesto semplice, che cambia le loro vite.
Così si fa una crepa, così si gioca sul muro asettico del destino già scritto, così si fa una battaglia di libertà.
Io dico: non sarebbe bellissimo?
Non serve poi credere costantemente che crepare il Sistema sia davvero possibile, anche perché capisco i senza-fiducia, che non lo vogliono neanche fare.
E poi hanno ragione loro, quelle fedi dolorose lasciatele ai sognatori.
Però magari basta anche solo 1 minuto.
E dopo una crepa se ne fa un’altra, e poi un’altra ancora: ci prendiamo gusto.
Io ripeto: non sarebbe bellissimo?
Nei prossimi mesi avremo qualche occasione per fare una Crepa, ed una in particolare.
Perché non provarci, per vedere l’effetto che fa?