La sfida, ora, é un’altra, e siamo sempre di più a rendercene conto.
Il folle sogno di uno come Giuseppe Civati é quello di portare tutto questo in un posto, nello stesso posto. Eliminare i frazionamenti perdenti. Spostare via dall’emarginazione alcune di quelle idee, a cui tanto teniamo e che tanto da alcune frange sono erroneamente ormai snobbate, vituperate, bollate come retrograde. Riportarle “a casa”, per farle partecipare a una nuova sintesi che non può più rinunciare neanche a un’ottica “equamente” liberale.
Solo all’interno del Pd, e sopratutto al Congresso del Pd, in quanto atto che deve essere davvero “rifondativo”, le idee di Landini e Rodotà possono contare qualcosa in un’ottica di centrosinistra, in un’ottica di governo (perché, ancora, é solo finalmente governando che può davvero cambiare qualcosa).
Dividersi, distinguersi, testimoniare, ripararsi dietro sigle, simboli e buoni nomi non serve più a nulla, se mai a qualcosa é servito.