Salvini rompe con Berlusconi in diverse città. Quale l’obiettivo nel medio-lungo termine?
Matteo Salvini rompe con Silvio Berlusconi ormai in molte città. L’ultima è Torino, dove candida il notaio Morano, ma ieri a Roma si è candidata anche il peso massimo Giorgia Meloni. Perché? Il motivo è semplice, finanche comprensibile: il leader del Carroccio vuole far valere la sua golden share sul futuro del centrodestra a livello nazionale, in un momento in cui pare che Forza Italia invece faccia finta che questo diverso peso elettorale e politico ancora non ci sia. E invece la Lega è sopra nei sondaggi ormai da mesi, il suo capo una figura di una popolarità stabile anche se non più in crescita.
Berlusconi invece crede di poter imporre ancora i suoi candidati senza colpo ferire, credendoli – spesso a ragione – migliori, più affidabili, più presentabili. Sembra non aver compreso – ma un doveroso rispetto della fine intelligenza politica dell’uomo ci suggerirebbe di credere il contrario -che Salvini è disposto al “tanto peggio tanto meglio” ora, pur di imporre la sua “dottrina” nel medio-lungo termine. Soprattutto in una fase tripolare caratterizzata dal protagonismo a Cinque Stelle. Esattamente sulla stessa rotta anti-establishment della destra europea e – novità assoluta – americana, come stiamo venendo con Donald Trump.

Salvini e Berlusconi
Notare bene: quella dell’autolesionismo all’interno di uno schieramento tradizionale (di centrodestra, o centrosinistra) è una dinamica tipicamente de sinistra. Infatti la Lega, che comunque ha una tradizione più che decennale di alleanza col berlusconismo, rimane legata a Forza Italia nelle situazioni locali dove il piatto è ricco e, soprattutto, aggiudicabile. Come a Milano, dove Parisi sembra poter competere alla pari con Beppe Sala.
Un’eccezione che conferma la tendenza, tuttavia: Salvini vuole incarnare la prossima destra-centro italiana. Molto più destra che centro. E se gli riescono queste elaborate acrobazie elettorali, potrebbe essere già oltre la metà dell’opera.