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Salvini, la vittima calcolata

Uno dei grandi protagonisti del dibattito pubblico di questi giorni, oltre al culo di Paola Bacchiddu, é il siddetto Genny ‘a Carogna. Al secolo Gennaro De Tommaso, figlio del quartiere Forcella di Napoli, capo-ultras che si presume abbia deciso l’inizio della finale di Coppa Italia di sabato, tra Roma e Fiorentina, con un’ora di ritardo. In poche parole, il personaggio perfetto per restaurare -semmai fosse stato rovinato dalle imprese hollywoodiane di Sorrentino e Servillo- lo stereotipo dell’ignorante e delinquente e violento partenopeo.

Guarda caso Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, in tour nel Mezzogiorno tra improbabili dibattiti contro l’euro e l’immigrazione clandestina, sceglie la situazione giusta per farsi accogliere nella già stressata e nervosa Napoli di questi ultimi giorni. Che, guarda caso, lo prende a male parole quando non ha ancora raggiunto l’insolito gazebo della Lega sotto il serenissimo cielo del Sud.
La vittima calcolata non ha bisogno d’altro che di legittimazione: e la migliore legittimazione é sempre quella del nemico. O almeno quello sempre dichiarato tale: il Meridione e il suo popolo.

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