E’ vero che in questi anni di sfiancamento berlusconista e, in questi mesi con un’accelerazione mai vista tra grillismo e renzismo, il “popolo di centrosinistra” ha subito un’operazione costante di ammansimento (allo stesso tempo frustrante) e rincretinimento collettivo. Ma è anche vero che quest’ultimo rimane sempre un popolo di rompicoglioni – scusate il francese.
E allora Berlusconi si può caricare chiunque, anche la Binetti, e fare qualunque cosa, tipo andare con le minorenni: i “suoi” lo sosterranno, sempre e comunque. Renzi no, Renzi si è scelto una costituency difficile da domare, inaccontentabile, tante volte testardamente conservatrice, legata a simboli e interpretazioni della società ormai sulla via dei cipressi.
In buona sostanza: o il rinnovamento lo fa per davvero, incominciando a dialogare con minoranze costruttive ed utili anche a lui stesso, nel suo partito e non, e ad usare il pugno duro con chi lo vuole frenare o fregare (non con quelli che dicono che l’Italicum fa schifo, ma con quelli che lo adulano perché lo vogliono morto), o la grande illusione finirà presto. Molto più presto di quanto avremmo detto l’8 dicembre.