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Berlusconi al Nazareno: lezioni di dignità, anche no

Lo posso dire, lo posso dire, lo posso dire? Inutile che frignate, quello ha vinto le primarie col 68% e fa come gli pare.

Vuole invitare il demonio nella sede del Pd? Lo fa. Vuole farci la legge elettorale insieme? Lo fa, lo fa. Vuole perculare tutti, dal primo all’ultimo partito e partitino, dal primo all’ultimo esponente di questo, quello e del suo stesso partito? Lo fa alla grande (e un bel “D’Attorre chi?” io oggi lo avrei quasi quasi detto davanti alla Bignardi).

Anzi, lo sapete che vi dico? Magari la fa per davvero la legge elettorale, con chi ci sta. Subito (anche se un pensierino su QUALE LEGGE io ce l’avrei, ma la cura dei dettagli non è di questi dickensiani hard times). Dimostrerebbe una rapidità, un pragmatismo, un’efficacia unica nel panorama politico. Qualità che infatti dubito abbia per davvero.

Poi, francamente – ma questa è cosa nota da ieri, da quelli che hanno sopportato le schifezze di Aprile perdonando il giorno dopo – se non il giorno stesso – gli stessi carnefici del partito che tanto amano, e che hanno sostenuto quella stessa classe dirigente – ancora, con una testardaggine al limite del masochismo – anche al congresso, prendendo anche una batosta difficilmente digeribile, da quelli che il governo con Silvio lo hanno sopportato, addirittura sostenuto, per poi tifare per Cicchitto contro Sallusti durante quella memorabile e infinita (ero tra il pubblico di Gazebo, ad aspettare che finisse) puntata di Ballarò.. Da quelli lì ecco, lezioni di stile e dignità no, proprio no, anche no.

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