Come dico da mesi: il Presidente è in buona fede, ne sono sicuro, ma “non gliela può fà” (anche fisicamente, negli ultimi tempi, come anche questo ultimo messaggio di fine anno evidenzia).
Perché Napolitano non può uscire da certi schemi, da un certo modo di vedere il mondo, di intendere la politica. Perché questa impossibilità di comprendere il nuovo, che -come spesso accade- si presenta anche in maniera scomposta e per lui illeggibile, lo ha costretto -magari anche inconsciamente- a forzare, ad estendere (anche se lui nega) la sua “moral suasion” fino a oltrepassare le funzioni del suo ruolo.
Lo dimostrano la “fretta” nell’accettare il reincarico (alla SESTA votazione, dopo due mesi, dov’era il dramma nell’attendere oltre, qualche altra votazione almeno, costringendo i partiti a trovare una soluzione ai loro fallimenti?), il terrore per un eventuale “vuoto istituzionale” (riempito da cosa?), come se l’unica realtà o soluzione possibile a quella impasse fosse e doveva essere quella che abbiamo visto e vediamo oggi.
Una stabilità forzata, basata su una fiducia immotivata in uno schema -quello delle larghe intese- e delle forze politiche che non si meritano la nostra, evidentemente, di fiducia. Figuriamoci quella del Presidente della Repubblica.
A volte si ha l’impressione che Napolitano davvero vivi ancora nella Prima Repubblica, che pensi che i partiti di oggi siano come la DC, il PSI, il PCI del ’78 e che quella situazione politica sia replicabile in una fase drammatica come fu quella di quegli anni ed è quellla di oggi. Non è così: non può funzionare più in quel modo.
E personalmente non condanno il Presidente della Repubblica: non può fare altrimenti. Sono, invece, molto più sdegnato da chi di Napolitano si è approfittato, per sopravvivere ancora “politicamente”, per replicare sistemi di potere vecchi, consunti, fallimentari, per galleggiare. Ciò che mi chiedo è: ma questo Napolitano lo ha capito?
Ho pensato alla similitudine con un genitore che vizia i propri figli. Un problema risolvibile come l’elezione di un nuovo PdR, i gruppi parlamentari se lo sono fatti risolvere dal loro “papà”, che invece avrebbe dovuto ignorarli, per far sì che trovassero da sé la soluzione. Nel suo discorso di fine anno Napolitano ha parlato di “scelta dovuta, perché le istituzioni erano paralizzate”. Ma lo schema politico-istituzionale é stato paralizzato da lui stesso, nel momento in cui ha smentito l’intento precedentemente dichiarato di non voler essere rieletto.
Le istituzioni si paralizzano, paralizzandole.
Concordo