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Civati vice di Renzi?

La cosa che mi ha fatto incazzare ieri é che qualcuno scrivesse che Civati facesse la questua, o che cercasse un accordicchio per un posto da vice, dando per scontata la vittoria dell’amico Renzi (in stile “A matte’, ricordate degli amici!!”). Tutto ciò senza provarlo in alcun modo, tranne che con l’audio de La Zanzara dell’altro ieri.

1. Sappiamo a quali trabocchetti sa sottoporti un maestro della valorizzazione del nulla come Cruciani
2. Civati era ironico. Si capiva dal tono, per chi ne ha una minima conoscenza
3. Civati scherza sul ruolo del “vice” (prendendo benevolmente in giro Letta) da 6 – dico SEI – mesi.

Quindi Civati, come ha poi comunicato, non ha fatto alcuna questua. Né starebbe cercando un posizionamento preventivo: in tal caso, molto semplicemente, mi deluderebbe molto. É stata una bufala, molto semplicemente: non sapendo dove o come attaccarlo, ci hanno provato così, un po’ goffamente, dalle pagine (virtuali) del giornale che in teoria sarebbe il più autorevole in Italia, ma che si dimostra sempre più – per usare un simpatico eufemismo – “goffo”. Rientrerà.

Detto ciò: la sfida sarà aperta, anzi già lo é. Cercheremo – uso il plurale – di coinvolgere più elettori possibile sulle istanze portate dalla mozione (la migliore in assoluto) e da un eventuale possibile segretario come Civati, dimostratosi già abbastanza credibile e coerente, al limite del masochistico a volte.

Ma ci tocca anche un’operazione di chiarezza: non facciamo barricate, e non così tanti volenterosi si sarebbero adoperati con tanta passione solo per eventuali ambizioni personalistiche di Civati. Né, checché ne dica qualche genio, crediamo nella purezza idealistica (o ideologica: tsk) di chissà che cosa.

Il nostro progetto é collettivo, a lungo termine, ambiziosissimo, e riguarda il Pd come strumento per cambiare l’Italia. Non un personaggio solo, per quanto possiamo voler bene a Pippo: credo sia lui il primo a pensare lo stesso.

E allora se Civati arrivasse secondo alle primarie, e magari a poca distanza da Renzi, non vedo quale sarebbe il problema o la pregiudiziale che dovrebbe impedirgli di fare il suo vice. A condizioni politiche chiare, con un progetto preciso (sebbene a lungo termine), a patto di un cambiamento radicale del partito, certo.

Se giocassimo al “tanto peggio, tanto meglio” avrebbe ragione chi dice che vogliamo spaccare. Mentre noi vogliamo costruire: é una rivoluzione gentile, la nostra. Gentile ma – attenzione – ferma, con la schiena dritta. Come dovrebbe essere nei sistemi democratici maturi – e il Pd dovrebbe esserlo, e se non lo é ce lo faremo diventare – non ve ne faremo passare uno, di gioco sporco, di incoerenza, di falsità, o infamia.

Buon Congresso.

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