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Quanto ci dovranno sedare ancora?

Non serve a niente, lo so.
E mi duole dirlo che l’avevo detto che l’avrei detto che l’avevo detto.
Però l’avevo detto.
Io e tanti altri.

Che questo accrocchio, dalle insulse provette che-se-non-si-può-fa’-vabbe’-lo-stesso di Bersani (perché io lo sostenni, ma subito riconobbi che anche lui c’ha messo del suo) fino alla sciagurata rielezione di Napolitano, dal governo Letta alle scandalose Commissioni, dai continui rinvii alla non-legge elettorale, dai 35 saggi alle “chiacchiere istituzionali” (che qualcuno anche di chiacchierare si é rotto le balle), da Calderoli all’Alfanistan, o non durava o avrebbe fatto solo danni.
E in effetti é un disastro.
I famosi “indicatori economici”, di cui c’accorgeremo davvero solo al fresco autunnale (poi prendete per culo Grillo, sì) vanno a gonfie vele, ma dove non vorremmo. Nessuna politica, di nessun tipo: ZERO. Letta, come Monti, ha solo fatto giocare la sua caratura internazionale per cavare qualche spicciolo da un’Europa vista come sempre più perfida.

Ora ammiriamo il Titanic (similitudine by Adinolfi) sfrangersi sull’iceberg dell’inettitudine (o della connivenza, peggio), e ci diverte vedere quelli che scendono con la scialuppa di salvataggio: adesso indicano con sdegno il mostro artificiale del governissimo dopo aver battuto, anche loro, sulla cerchiobotte, mentendo e tradendo.

Peccato che sotto l’acqua, dell’iceberg, stiamo noi.
Quanto ci dovranno sedare ancora?

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