Per l’ennesima volta Beppe Grillo ha sparato a vista, con il linguaggio che lo contraddistingue e lo rende soggetto politico unico (se qualcuno pensa o spera che Grillo possa “istituzionalizzarsi” dal punto di vista comunicativo, scordatevelo: per fortuna non succederà mai) nel “complicato” (diGiamo così) panorama italico.
Si chiede a che serva il parlamento com’è oggi, perché gran parte dei suoi membri sia nominata (non é esattamente così), perché ci sia un’assurda commissione esterna che parli (e decida) sostanzialmente ciò che solo gli eletti dovrebbero decidere, perché gli yes-men non discutano, non possano (e non vogliano) discutere di ciò che stanno votando, perché disegni (non solo legge) ed alleanze vengano rivoltati come calzini in segrete stanze da pochi “unti dal signore” (niente di più vero).
Un grande esercizio d’onestà intellettuale da parte di tutti (o almeno di quei pochi che sembrano ancora credibili) sarebbe interpretare il messaggio di Grillo, al netto dell’orrendo (boh, io ho sentito molto peggio. o almeno: preferisco che si parli di cose vere con qualche parolaccia piuttosto che di banalità e falsi problemi con aulici verbi) linguaggio, e comprendere quali siano i temi sacrosanti che spesso il comico tira fuori.
Perché che il parlamento sia svuotato delle sue funzioni, da questa legge elettorale in primis, che sia in ostaggio da oligarchi che si contano sulle dita di una mano, e che si concorra a renderlo ancora più inutile e mortificante (io fossi un parlamentare del PD, uno di quelli decenti -sia chiaro- starei malissimo di questi tempi) non é un segreto. Anzi, molti lo hanno detto, praticamente inascoltati.
Perché il problema so’ le auto blu, c’avete raggió.
Ovviamente l’establishment a reti unificate (banale, e fattoquotidianista, sì sì) come te risponde? “Offesa alla democrazia”, “Dal tonno alla TOMBA MALEODORANTE”, “Solito sproloquio di Grillo”!
Fa effettivamente comodo sparigliare e annebbiare messaggi importanti e molto molto scomodi utilizzando la clava del linguaggio, badando solo all’utilizzo della parola. Si fa fronte compatto quando si viene messi di fronte a temi sacrosanti, che andrebbero almeno considerati nella loro interezza, temi da cui dipende la democrazia malatissima, per non dire morente, di questo paese. Tutti a tirar fuori l’ “orgoglio democratico” quando parla Grillo, sì.
Neanche Sel, che giustamente difende la Boldrini e le primarie svolte a dicembre, assume però un’analisi critica: perché non se lo chiede anche lei, “a che serve, così, il Parlamento?”.
Ma allora: senza dover essere antisistemici, dove sono le Alternative alla melma larghintesista?
Insomma, CE NE FOSSE UNO CHE.
Link al post incriminato di Grillo:
http://www.beppegrillo.it/m/2013/06/la_scatola_di_tonno_e_vuota.html