La mia risposta all’appello di Pippo Civati, di oggi:
http://www.ciwati.it/2013/04/23/la-ricognizione-e-la-sua-ripresa/
Pippo, ci sono!
Sicuramente non potrai ricordare, ma sono quello che giovedì sotto Montecitorio parlò con te di “riorientarsi, ma bene”. Sono quello che venerdì ti chiese (su Twitter, che barbaro) di scendere ad ascoltarci: non ti vidi, ma immagino tu fossi distrutto e ti abbiamo capito.
Sono quello (come tanti) che sabato ha vissuto una giornata terribile, che se non ha pensato al “golpe” ha comunque visto a una Restaurazione bella e buona, o a una “prorogatio”, come tu stesso hai affermato.
Sono anche quello che su tutte le furie ha gioito per la chiamata all’assemblea di popolo che ci sarà l’8 maggio. Che del Partito Democratico non ne voleva più sapere, che era pronto a una ricostruzione di una sinistra “sinistra”.
Poi sono sopraggiunti i dubbi, gli stessi invocati da Barca, da te, da Puppato. Serve davvero sbattere ancora la porta, ripetere l’errore storico della sinistra italiana? Serve ancora rinunciare a trovare una sintesi? Serve davvero, o funzionerebbe, una formazione alla sinistra del PD, quella che qualcuno già sa che non gli farà paura?
So che costa e costerà fatica a Nichi Vendola, uomo dignitoso e intellettualmente onestissimo, come anche a tutti gli elettori di Sel (tra cui figuro anche io) ridare fiducia al partito che si é dimostrato ancora una volta un’accozzaglia di potentati, dominato da personaggi più o meno oscuri che tutto vogliono tranne che una formazione veramente socialdemocratica che sappia parlare di nuovo alle persone di questo Paese. Per questo ti sostengo, Pippo. E ti invito, l’8 maggio, ad andare insieme a Barca, Puppato e chi vuole, a quell’assemblea di popolo e tirare (benevolmente) Nichi per la giacchetta. Dirgli che si può fare, che si DEVE cambiare questo PD, non lasciarlo a chi l’ha distrutto. Né a chi vuole trasformarlo nella “terza via” blairista, con tutto il rispetto. Non siamo in America, non siamo nel Regno Unito.
Io e tanti altri saremo lì, l’8 maggio, a darti una mano. Dovremo superare tante resistenze, ma sarà solo l’inizio della Resistenza quella vera.
Mai come ora sento che sarà la forza di chi partecipa fattivamente che potrà portarti davvero ad essere il nostro Segretario. Non i gruppetti di potere, o d’interessi più o meno pubblici.
Fra le strade, tra la gente: questo dobbiamo tornare a fare. PARTECIPAZIONE.